L’ex presidente Donald Trump ha dominato le primarie del super Martedìcompiendo un altro passo significativo verso il suo primo traguardo: la terza nomination consecutiva come candidato presidenziale del Partito Repubblicano.
Nello specifico, grazie alla sua performance vittoriosa in 15 stati, dove erano in palio più di un terzo dei delegati repubblicani, il magnate si è ormai quasi assicurato la nomination, nonostante le accuse penali.
Questo sviluppo non passa inosservato Wall Streetscatenando un mix di eccitazione e preoccupazione e influenzando ilperformance dei mercati azionari globaliMentre l’anno della “rivoluzione del comando globale” prosegue in questa direzione, i mercati azionari, per il momento, non sembrano avere alcuna intenzione di fermare la loro ascesa.
Ora, però, tutti cominciano a chiedersi: come reagirebbero i mercati azionari mondiali in caso di vittoria definitiva di Donald Trump?
Perché parliamo di nuovo di Trump?
Le primarie rappresentano un momento cruciale nel processo di selezione dei candidati alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In particolare, il cosiddetto Super Tuesday ha sempre assunto una notevole importanza strategica. Trump ha concluso la giornata con un minimo di 946 delegati, ovvero il 78% dei 1.215 totali necessari per diventare formalmente il presunto candidato del Partito Repubblicano.
Il trionfo è stato confermato in California, Maine e Arkansas, con un inciampo. Nikki Haley, oppositrice repubblicana, ha infatti ottenuto un’inaspettata vittoria su Trump alle primarie del Vermont, ottenendo il 50% dei voti, mentre Trump si è assicurato solo il 45%.
Di recente, però, nonostante il Comitato Nazionale Repubblicano non abbia confermato Donald Trump come candidato ufficiale per il 2024, la sua figura continua ad attirare l’attenzione a livello globale, soprattutto a Wall Street. Molti si interrogano sugli impatti che i cosiddetti «Trumpismo» potrebbe avere sulle dinamiche dei mercati azionari globali, segnando un periodo di intensa speculazione e interesse nel mondo finanziario e politico.
Il 2024 sarà un anno cruciale per i mercati azionari
Il 2024 si sta delineando come un anno di grande eccitazione e incertezza, non solo a causa delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ma anche per la velocità con cui le dinamiche globali possono evolversi. Quest’anno è stato etichettato come l’anno di «cambiamenti politici», un periodo significativo in cui oltre quattro miliardi di persone, circa la metà della popolazione mondiale, sono chiamate alle urne in circa sessanta Paesi. L’importanza di questi eventi si riflette nel fatto che le decisioni prese in queste elezioni influenzeranno approssimativamente il 40% del prodotto interno lordo mondiale.
Il momento clou di questo ciclo elettorale saranno le elezioni presidenziali stati Uniti. Il 5 novembre 2024 è una data da segnare sul calendario come il “grande giorno”, in cui potrebbe emergere uno scenario interessante: una possibile sfida tra l’attuale presidente Joe Biden e un potenziale ritorno di Donald Trump. Questa prospettiva sta già attirando l’attenzione globale, con molteplici speculazioni su come potrebbe influenzare non solo la politica americana, ma anche i mercati finanziari e le relazioni internazionali.
Le conseguenze di una vittoria di Trump sui mercati finanziari
Nella sfera economica, ci sono numerose sfide che potrebbero influenzare i mercati globali. Concentrandosi su specifiche variabili economiche statunitensi, piuttosto che sugli aspetti politici o geopolitici, è possibile sviluppare un’analisi approfondita dell’impatto sui mercati finanziari. Innanzitutto un primo fattore cruciale che potrebbe influenzare un’eventuale elezione di Donald Trump è l’inflazione. Se l’inflazione non viene adeguatamente controllata, potrebbe trasformarsi da obiettivo di politica monetaria a strumento politico.
Passando al “Trumpismo”, un aspetto rilevante di una possibile presidenza Trump è la sua proposta di “taglio delle tasse 2.0”. La riduzione delle aliquote fiscali aziendali potrebbe avere un impatto diretto sui mercati, offrendo nuove prospettive di crescita per le aziende, in particolare per le small cap rappresentate dall’indice RUSSELL 2000che ha risentito negativamente durante l’amministrazione Biden, registrando una performance negativa di quasi il 10% dal 20 gennaio 2021.
In termini settoriali, il difesa potrebbe emergere come un altro potenziale vincitore e questa è un’opinione molto discussa nei media in questi giorni. La Lockheed Martinche hanno già goduto di un apprezzamento significativo negli ultimi anni, potrebbero reagire positivamente al ritorno di Trump, che è noto per favorire la spesa nel settore della difesa.
Anche il settore bancario sembra promettente. Mentre l’amministrazione Biden ha favorito l’aumento dei requisiti patrimoniali per le banche, Trump ha storicamente favorito l’allentamento di tali restrizioni. Ciò ha portato a un crescente interesse per le banche regionali statunitensi, che saranno particolarmente colpite dai crolli del mercato nel 2023.
Questi problemi sono stati anche al centro delle discussioni al World Economic Forum di Davos. Personaggi di spicco di Wall Street come Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase & Co., hanno sottolineato che durante la presidenza di Trump, l’economia statunitense ha fatto “abbastanza bene”. Questo tipo di analisi evidenzia l’importanza delle politiche economiche nell’influenzare i mercati globali e le prospettive di crescita a lungo termine.
Cosa può accadere con la vittoria di Trump nella finanza globale?
Secondo diversi analisti, la visione di Trump per un secondo mandato è chiara: nuove e sostanziali protezioni commerciali, una forte repressione dell’immigrazione, tasse più basse, una politica estera isolazionista e una campagna di ritorsione contro i progressisti. In questo quadro, cosa può accadere allo scenario economico e finanziario degli Stati Uniti e del mondo?
Se lo chiede, tra gli altri, l’economista Nouriel Roubini. Il suo tono è preoccupato: “L’agenda di politica economica proposta da Trump rappresenta l’oggi la più grande minaccia per le economie e i mercati di tutto il mondo. Se Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali americane a novembre, il mondo sarebbe ancora più destabilizzato. Tuttavia, finora questi rischi hanno avuto solo un effetto limitato sulle economie e sui mercati. Le cose potrebbero cambiare presto?”
La risposta è sì, e le ragioni sono economiche secondo Roubini. Non c’è dubbio che le politiche protezionistiche degli Stati Uniti diventerebbero più severe. Trump ha già detto che imporrà tariffe del 10% su tutte le importazioni in arrivo negli Stati Uniti (la tariffa media è attualmente intorno al 2%) e presumibilmente tariffe ancora più elevate sulle importazioni dalla Cina. In questo scenario, l’inflazione non può che aumentare e la crescita diminuirà.
Ulteriori rischi di stagflazione associati a Trump includono la sua posizione di negazione del cambiamento climatico e la probabilità che cercherà di sostituire il presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell con una figura più docile e accomodante. Le politiche fiscali di Trump aumenterebbero i deficit già troppo alto.
Secondo l’opinione di Steven M. Sears su Barron’s, se Trump verrà rieletto, il il mercato azionario dovrebbe salire per celebrare le sue politiche. Ma fa attenzione: “Se Trump perde, è improbabile che auguri ogni bene a Biden… L’insurrezione del 6 gennaio può sembrare una festa da ballo rispetto a ciò che potrebbe accadere. Anche adesso, il mercato dei derivati valuta le elezioni di novembre come un evento di mercato tumultuoso”..
Cosa sta succedendo in Borsa?
La possibilità di un ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembra essere già presa in considerazione dal mercato, con un notevole anticipo di circa 9 mesiCiò è evidente nel rafforzamento di dollaro nelle ultime sedute di trading, fenomeno che si verifica nonostante le aspettative di un calo dei tassi di interesse. Questa tendenza riflette chiaramente l’opinione prevalente a Wall Street.
Un ulteriore segnale è l’aumento dei rendimenti Buoni del Tesoro Americani. Allo stesso tempo si osserva un apprezzamento dell’indice RUSSELL 2000che, seppur sottile, potrebbe essere attribuito alla maggiore visibilità mediatica di Donald Trump.
È interessante notare che, indipendentemente dalle considerazioni politiche e dal sostegno a Trump o Biden, il mercato sembra muoversi in una direzione abbastanza chiara. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, è chiaro che gli sviluppi politici hanno un impatto diretto sul comportamento del mercato.