DiMax Gaggi

La decisione è dovuta alla volontà di offrire regole meno stringenti e tasse più basse. Ma è anche un gesto politico contro l’ondata “woke” degli ultimi anni

NEW YORK – Da TEXIT a TXSE: da I tentativi del Texas di secessione politica dal resto degli Stati Uniti (Texit come Brexit) non decolla nonostante gli sforzi degli attivisti del Movimento Nazionalista del Texas, perché non provare di più morbidostrisciante, di secessione economica, soprattutto a livello finanziario e legale? Elon Musk ha iniziato trasferendo prima la sede centrale della sua azienda e alcune fabbriche in Texasstufo delle tasse elevate e dei vincoli normativi della California. Poi, quando la Corte di Cancelleria del Delaware, lo stato in cui sono legalmente costituite molte aziende americane, ha respinto la decisione del asse Tesla per concedere al fondatore nuovi pacchetti azionari (ritenuti contrari agli interessi degli azionisti), l’imprenditore-inventore miliardario minacciò di spostare la sede legale delle sue aziende nel più accomodante Texas. Il grande stato del Sud, che non aveva un tribunale commerciale di rango, si diede una Business Court in tempo record. Musk, per ora, ha spostato SpaceX. Tesla ha bisogno del voto degli azionisti: molti resistonoE non è detto che molte altre aziende siano pronte ad abbandonare il Delaware, che impone vincoli ma offre anche vantaggi.

Ora però parte dal Sud un’altra sfida, questa volta finanziaria: Il Texas attacca il monopolio della Borsa di New York, quella di Wall Street e del mercato tecnologico del Nasdaq, lanciando un borsa valori a Dallasil TXSE. E questa volta dietro l’operazione non c’è un movimento politico o un singolo imprenditore, ma due dei maggiori operatori del mercato: BlackRock, il più grande fondo di investimento al mondo (gestisce un patrimonio di 10 trilioni di dollari, quattro volte il reddito nazionale dell’Italia) e Citadel Securities, fondo leader nelle transazioni elettroniche.




















































James Lee, CEO della società che vuole creare questo nuovo mercato finanziario sperando di estromettere New York offrendo costi più bassi e, cosa più importante, meno regole da seguireha già raccolto 120 milioni di dollari da aziende del Texas interessate al progetto. Lee ha già richiesto le autorizzazioni necessarie alla SEC, laautorità governo federale che regolamenta le borse valori. Il via libera dovrebbe arrivare entro l’anno: il nuovo scambio – completamente elettronico ma con una sede fisica a Dallas – dovrebbe iniziare a negoziare il prossimo anno mentre per la quotazione delle nuove società bisognerà attendere il 2026.

Il progetto è ambizioso non solo per il peso dei suoi finanziatori. Il Texas è lo stato in più rapida crescita economica grazie alla deregolamentazione e alle basse tasse. (che significa anche una ridotta fornitura di servizi pubblici e poca assistenza alla popolazione). Oggi il Texas ha un certo numero di grandi aziende (quelle dell’indice Fortune 500) seconde solo alla California: sono texani Exxon-Mobil, AT&T, American AirlinesMentre il Giornale di Wall Streetche ha diffuso la notizia del progetto di quotazione in borsa, fa notare che la più grande banca d’investimento americana, Goldman Sachs, con profonde radici a New York, sta creando anche una filiale a Dallas, il centro finanziario più importante dello Stato, che avrà cinquemila dipendenti.

L’operazione si basa sulla logica del libero mercato texano, ma non si tratta solo di comodità fiscale e di meno documenti da produrre e presentare all’organismo di controllo. C’è anche un retrogusto più politico: si parla, anche se a bassa voce, di un’anti-Borsasvegliatocapace di attrarre aziende che non vogliono più sottostare ai vincoli di diversità (come la presenza di quote di donne e rappresentanti delle minoranze etniche negli organi di vertice) introdotte soprattutto dal Nasdaq. Più in generale, la resistenza all’introduzione dei criteri DEI sta crescendo in molte aziende, soprattutto negli stati conservatori (diversità, equità, inclusione) nella gestione aziendale: un riflusso rispetto all’onda svegliatoprogressivo, cresciuto negli ultimi anni.

Non è detto, tuttavia, che il Texas riesca a mettere in crisi New York: Non è la prima volta che vengono create borse alternative a Wall Street. Alcuni sono ancora in piedi ma hanno quote di mercato molto piccole. Mentre il borsa valori di Chicago, Boston e Philadelphia alla fine si fusero in quella di New York.

6 giugno 2024

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